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.Questo mi permise di ritrovare un po' del mio buon umore, tanto che diedi una pacca suquella che credevo essere la schiena di Jack, ma che in realtà si rivelò il suo plesso solare,lasciandolo completamente senza fiato.Scusa, compagno! gli dissi, magnanimo.Ora credo che possiamo cominciare a fare affari con questa ciurma.Affari? si meravigliò Jack.Per prima cosa, gli dissi, dobbiamo fare in modo che questa marmaglia capisca quel chediciamo.Se vogliamo tenere il naso fuori dall'acqua, dobbiamo usare il becco per qualcosa di più cheper mangiare.Il silenzio è uguale alla morte, tanto perché tu lo sappia.Se solo arriviamo a capirci, potremo forse trasformare questa nave in un piccolo inferno ancheper quelli là fuori, e avere così la nostra vendetta.Se la sono voluta.A poco a poco, Jack fu contagiato dal mio fervore e cominciò a far passare domande e rispostea dritta e a sinistra.Ci vollero due giorni interi per mettere un po' d'ordine in quella confusione.Non era impresa da poco, credetemi, identificare trecento schiavi, senza aver niente con cuiscrivere.Bisognava collocare quelli che sapevano le lingue in modo da far avanzare i messaggi il piùrapidamente possibile.Alcuni sapevano un po' di inglese, e più di cento degli altri conoscevano due o più lingue.Molti di loro erano stati prigionieri di guerra e schiavi presso altre tribù, a volte per parecchianni, prima che a qualche re venisse l'idea di guadagnare qualche spicciolo vendendoli aibianchi.No, i negri non erano migliori di noi, sotto questo aspetto.Domandai a Jack se c'erano a bordo altri della sua indomabile stirpe, e me ne citò una dozzina.Nessuno dei loro nomi si poteva pronunciare senza slogarsi la lingua.Ma erano sakalava, e, quando venni a sapere che Jack discendeva da uno dei loro re, capiiimmediatamente che lo avrebbero ascoltato e avrebbero ubbidito ai suoi ordini, comesuccede nella maggior parte dei casi.Fu quindi dai sakalava che cominciai a riorganizzare il carico, con lo scopo, in primo luogo, difar impazzire Scudamore.Fu un circo senza pari.I negri si misero a strisciare, a camminare a quattro zampe e a infilarsi l'uno sopra l'altro,impigliandosi, sgomitandosi e strattonandosi a vicenda, e sempre in coppia, inesorabilmente einscindibilmente incatenati a due a due.Andava ancora bene quando entrambi erano d'accordo e si facevano strada insieme.Ma alcuni furono costretti a trascinare con sé dei pacchi ingombranti, sia che i loro compagnifossero tanto malati da non riuscire a muoversi, sia che avessero gettato la spugna e persoogni speranza, la qual cosa, d'altronde, è pur sempre una malattia, anche se mentale.Alcuni erano semplicemente morti stecchiti, ma non si era ancora avuto il tempo di gettarlifuori bordo.Fu quindi impossibile evitare del tutto gemiti e lamenti, ma ero riuscito a spiegare loro chealcuni di noi avrebbero finito i loro giorni come i tre "bombas", se avessero scoperto cosastavamo combinando.Quando venne il mattino la maggior parte degli schiavi, me compreso, era così esausta chemetà della stiva non era che un unico sonoro russare.Feci appello alle mie ultime forze per poter vedere la faccia di Scudamore quando arrivava afare la sua ispezione mattutina.Fu un spettacolo che non potrò mai dimenticare.Doveva aver capito subito che qualcosa non andava, perché si bloccò a metà della scala.Dormono! esclamò a Tim Allison, il più giovane a bordo, che mi aveva sostituito nel pocoinvidiabile compito di tenere pulito l'inferno.Cos'altro dovrebbero fare? domandò Tim, non senza una certa sagacia.Sono come gatti, Tim.Dormono con gli occhi aperti e le orecchie dritte.E non appena sentono dei passi, sono perfettamente svegli.Hanno paura che li uccidiamo nel sonno.Ma oggi dormono come sassi.E' successo qualcosa, qui, questa notte.Ma cosa? Sta' in guardia, Tim! Non si è mai abbastanza prudenti.No, signore.Scudamore fece qualche passo esitante e si chinò sul suo primo malato.Credo di immaginare come spalancò quei suoi occhi scaltri.Cosa diavolo significa questo? domandò.Tim si affrettò a raggiungerlo.Cosa c'è, signore? domandò.Cosa c'è? ripeté a se stesso, come non credendo ai suoi occhi.Ieri quest'uomo era mezzo morto dalla febbre.Lo davo già per spacciato.E adesso eccolo lì che dorme il sonno dei giusti, non più malato di te o di me, a quanto possogiudicare.Bene, signore, disse Tim.Vuol dire che l'avete guarito.Forse, disse Scudamore pensoso.Forse.E quell'anima nera non restò meno scossa quando ebbe dato un'occhiata agli altri malati dellasua lista.Si dava il caso che tutti sembravano essere guariti durante la notte.Tim parlava già di un miracolo, ma Scudamore non era così ingenuo.Si mise a correre avanti e indietro per la stiva, e presto scoprì altri schiavi a cui non restava piùmolto da vivere.Imprecò e si lamentò, perché era costretto a ricominciare a esaminare tutti da capo.Gli ci volle quasi tutto il giorno e quando ebbe finito era così furioso, perplesso ed esausto chemi concessi il lusso di ridere di lui.La mia ilarità non conosceva confini.Naturalmente non tardò ad avvicinarmisi con aria minacciosa.Hai una brutta cera, gli dissi
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